Quest’anno, ci siamo guardati un po’ dentro per capire come continuare e cosa fosse importante proporre. Siamo ripartiti dunque dal nostro simbolo, una foglia, una foglia di una albero particolare, la quercia; e ci siamo riconosciuti nella definizione che ne dà Mauro Corona, nel suo libro Le voci del bosco:
“La quercia è la donna che ha condotto la famiglia in porto e poi si è rilassata. I suoi figli si sono sistemati e hanno trovato un impiego e lei ormai se ne sta tranquilla e soddisfatta. Alta e protettiva, sembra una chioccia, sempre intenta a tenere i pulcini sotto le ali. La quercia è sicurezza, esperienza, fiducia. E’ una pianta che vive tranquillamente oltre duemila anni e che proprio in virtù di tale longevità si prende tutto il suo tempo per crescere e giungere a maturazione. Chi pianta alberi di quercia non mira a un profitto immediato, ma lavora per le generazioni a venire.”.
Saranno prevalentemente donne, infatti, le protagoniste di questa terza edizione, che ci prenderanno per mano e ci guideranno in un viaggio dentro noi stessi per mezzo dell’energia dell’arte e del suo linguaggio aperto al mondo che parla a tutti creando connessioni superando le barriere delle diversità facendole incontrare senza contagiarle.
MUSICA – Dafné Kritharas & Paul Barreyre vi invitano a viaggiare tra canti greci e poesia francese. Dafne canta antiche melodie greche dell’Asia Minore. La sua voce ondeggia e vibra tra le parole, esprimendo di volta in volta dolore, dolcezza o malizia. Si ascolta come immergendosi in un mare tormentato. Lasciatevi trasportare dalla corrente. Paul nasce come jazzista. Le sue dita danzano sulle corde al ritmo delle emozioni della sua partner. L’improvvisazione nasce per sorprendere il pubblico. La sua voce si mescola e si distacca a quella di Dafné. Il duo attraversa l’Europa del Sud, i Balcani e l’Anatolia, aggrappandosi alle canzoni che lo toccano, si fonde con esse e le diffonde un po’ ovunque passi. Ogni interpretazione nasce dal loro incontro con il pubblico, dalla taverna di un’isola perduta nel Mar Egeo ai grandi festival.
FOTOGRAFIA – La fotografa Ada Tanquerel soggiornerà in Abruzzo per fotografare i bambini della scuola materna di Crecchio, realizzando poi delle loro gigantografie che saranno installate nelle strade di Crecchio. In occasione della serata d’Apertura saranno presentate anche le immagini dislocate nelle strade del comune di Crecchio.
TEATRO/PERFORMANCE – Realtà, reality senza show, senza pubblico. Essere anonimi e unici. Speciali e banali. Avere il quotidiano come orizzonte. Come Janina Turek, donna polacca che per oltre cinquant’anni ha annotato minuziosamente ‘i dati’ della sua vita nei 748 quaderni trovati alla sua morte nel 2000 dalla figlia ignara ed esterrefatta. Per noi partire da quest’opera colossale e misteriosa che sono i quaderni di Janina Turek non si tratta di mettere in scena o di fare un racconto teatrale attorno a lei, ma di dialogare con quello che sappiamo e non sappiamo di Janina e di creare una serie di cortocircuiti tra noi e lei e tra noi e il pubblico attorno alla percezione di cosa è la realtà.
LIBRI/RICERCA – Il volume è il risultato di una ricerca nata dalla constatazione di una perdita. La perdita di rimedi ecologici e naturali che i nostri antichi abruzzesi hanno elaborato dal frutto dell’esperienza e dalla loro capacità di osservare i fenomeni naturali. Il libro è innanzitutto un catalogo composto attraverso le testimonianza di anziani abruzzesi che detengono la sapienza di questi segreti che oggi rappresentano una necessità nell’attenzione alla sostenibilità, nella cura del mondo e di noi stessi. A seguire Cena a base di erbe spontanee a cura di Alessandro Di Tizio in coll. con la Chef Entiana Osmenzeza accompagnata dai vini dei nostri partner Citra Vini US e Masciarelli Tenute Agricole.
MUSICA / DANZA / PERFORMANCE – “Studio da anni una forma di concerto indagando la relazione tra corpo e piano in una maniera che mi ha portato a trasformare lo strumento stesso. Mettere le mie mani dentro la sua meccanica e comprenderla mi ha permesso di desacralizzare questo strumento classico e di addomesticarlo a mio favore. Mi interesso all’oggetto Piano come tale e per quello che può diventare se ne osservo solo una parte se lo stravolgo…I motori che alimentano il mio lavoro non sono generalmente un desiderio formale o un suono premeditato, ma spesso dei gesti fisici. Il corpo e il movimento come elementi di innesco del suono sono al centro della mia ricerca.” Alvise Sinivia.
CINEMA – Negli aspri ma straordinari paesaggi montuosi del nord della Macedonia, Hatidze Muratova vive tra i resti di un villaggio ormai abbandonato assieme alla madre Nazife, anziana, malata e con problemi di vista. Hatidze si prende cura di lei e delle sue coltivazioni di api, che accudisce da esperta e il cui miele porta poi fino a Skopje per venderlo al mercato cittadino. La vita spartana e tranquilla di Hatidze viene ravvivata da una famiglia di nuovi vicini, Hussein, moglie e sette figli. Preoccupato di come sbarcare il lunario, l’uomo si lascia ingolosire dai guadagni di Hatidze con la vendita di miele e decide di imitarla, mettendo però a rischio l’equilibrio dell’ecosistema locale.
Il film inaugurerà la rassegna di cinema Balcanico che si terrà tutti i martedì fino al 27 ottobre presso il cinema Garden di Guardiagrele e organizzata in occasione del Balkan Cinema Express con il sostegno del MIUR e del MIBACT
NUOVO CIRCO CONTEMPORANEO – Come nell’arte figurativa, Dittico di Circo Contemporaneo è l’unione di due pezzi inediti, al contempo unici e indivisibili. Gretel, la nuova creazione di Clara Storti, è un’accurata indagine sulla fragilità, il fallimento e l’utopia attraverso un’estetica del corpo precisa, onirica e favolistica. La corda aerea ingrandisce e modifica fragili equilibri tra corpo e oggetti, basso e alto, piccolo e grande, aprendo a un inaspettato e surreale ventaglio di possibilità. Lento e Violento è una terapia comportamentale e cognitiva di Valentina Cortese, danzatrice, circense e musicista. Logico e assurdo, è una conferenza gestuale, che gioca con alterazioni della realtà. Un puzzle, un enigma composto da vari strati e scomposto da immagini subliminali che si rivelano lentamente assurde, lasciando un senso familiare di déjà vu e di solitudine. Durata 30 min + 30min
TEATRO DOCUMENTARIO / PERFORMANCE – Libya. Back Home segue il viaggio di Miriam Selima Fieno verso la Libia, nel tentativo di mettersi sulle tracce delle sue origini nordafricane. A partire dai documenti di famiglia, Miriam ci conduce in un’investigazione personale, in un’esperienza radicale, in una storia che la ossessiona segretamente e che la porta a conoscere Salem un cugino libico di cui non conosceva l’esistenza, l’iracheno Haidar ex professore di inglese all’università di Tripoli e Khalifa Abo Khraisse, giornalista libico e corrispondente dalla Libia per alcune testate italiane. La storia ricostruisce un viaggio capace di scavare nel cuore di un’urgenza familiare, sociale e politica e raccontare, attraverso il rapporto travagliato e ancora esistente tra la Libia e l’Italia, una storia di colonizzazione, amore e turbolenza politica che continua fino ad oggi.
CINEMA – Balkan Cinema Express è un concorso di cortometraggi balcanici che avvicina i giovani studenti all’arte del cinema ponendoli a confronto oltre che con i lavori selezionati, anche con la cultura balcanica così legata alla nostra storia contemporanea, eppure altrettanto inesplorata e non abbastanza conosciuta sia nel campo artistico che in quello socio/culturale. I lavori in concorso saranno visionati da 200 giovani studenti che saranno preparati a diventare giuria affiancando la giuria di esperti attraverso un laboratorio curato da uno staff specializzato.
Balkan Cinema Express è un progetto sostenuto dal Ministero dell’Istruzione e dal Ministero dei Beni Culturali e del Turismo inserito nell’ambito di Artinvita – Festival Internazionale degli Abruzzi e organizzato dall’associazione Insensi in collaborazione con Théâtre de Léthé à Paris – Collectif 2 Plus, Balkan Film Food Festival e il Circuito di sale Ciackcity Cinema.
MUSICA – Il concerto è un cortocircuito geografico di sonorità che partono dai Balcani per raggiungere le atmosfere mediterranee e mediorientali in un libero abbraccio. Il repertorio è composto di brani del repertorio popolare, provenienti dall’Albania, Romania, Kossovo, Bulgaria, Macedonia, Grecia ecc. Una sorta di esperanto musicale, un viaggio acustico/elettronico. La musica popolare rivisitata e messa a servizio di un minimalismo espressivo scuro e luminoso. Una fanfara onirica e nostalgica per solo viola, violoncello e electronics.
Secondo una ricerca ISTAT 1 euro investito in cultura riporta indietro alla comunità 4 euro.
A partire da questo dato Il Festival stimola ad attuare una collaborazione pubblico-privata su medio e lungo termine e sin dalla prima edizione abbiamo guardato al futuro intrecciando rapporti economici e collaborativi con le persone e le aziende che sappiano immaginare questo Festival come un tramite per differenziare le proprie scelte di marketing puntando sull’innovazione, sull’arte e sulla sponsorizzazione trasparente. Guardando alla realtà locale, puntiamo a riunire attorno al Festival, i comuni limitrofi ad Orsogna (capoluogo simbolico) che dispongano di location per spettacoli dal vivo (non solo teatri, ma piuttosto spazi non teatrali, magari marginali: piazze, cortili, castelli di piccoli villaggi, luoghi “vergini” e poco visitati dal turismo abruzzese).
Claire Trouilloud, Monica Donati, Brigitte Kantor, Vittoria Scognamiglio, Laurent Halgan, Mayotte Bollack, Danielle Linsmeau, Odile Ouaché