di Hatice Özer
MUSICA/TEATRO
PRIMA NAZIONALE
SAB 11 MAGGIO ore 21
VEN 10 MAGGIO ore 10
(Matinée per le scuole)
Teatro Marrucino, Chieti (CH)
La collaborazione con lo storico teatro lirico Marrucino di Chieti prosegue con l’intenzione di lavorare sulle nuove tendenze performative che uniscono i linguaggi del teatro con quelli della musica contemporanea. Grazie alla collaborazione con Alvise Sinivia, artista associato del Festival, selezioniamo ogni anno uno spettacolo adatto a questo teatro e ad avvicinare le giovani generazioni alla musica contemporanea. L’artista selezionata per questa edizione è Hatice Özer, musicista di origini turche che adatterà il suo spettacolo Koudur alla versione italiana collaborando con Coro di Ateneo UdA InCanto con la sua nuova Presidente, prof. Elisabetta Dimauro dell’università Gabriele D’Annunzio di Chieti/Pescara.
Nota di regia In Turchia e Bulgaria, uomini e donne sono – a quanto pare – morti di desiderio. Koudour è un verbo turco-romanì che significa “morire di desiderio”. Questa malattia cardiaca nasce molto spesso durante le tradizionali celebrazioni nuziali, dove prevalgono le regole e le comunità sono le più forti: bisogna vestirsi bene, “mostrarsi bene”, saper fare presa. Ma attraverso la danza e la musica, ci lasciamo gradualmente invadere dai desideri sepolti e la possibilità di una vita libera dalle convenzioni sociali. A domare questi desideri cosiddetti “pericolosi”, in mezzo alla festa, i musicisti hanno l’abitudine di variare il loro repertorio musicale. Modificano la cadenza dei ritmi con 9 battiti. “Ho amato un rom, mi è stato detto che non era possibile” esordisce uno dei brani. Questo repertorio corrisponde a tutta una serie di gesti che permetteranno di dare forma al tuo desiderio. Cresciuta nella musica tradizionale, ho visto uomini e donne rotolarsi per terra durante matrimoni e balli che si trasformavano in battaglie. Tra racconto e canzone, lo spettacolo Koudour mette in discussione la musica come rimedio e omaggia la musica araba che rende la celebrazione una consolazione. Lo spettacolo è ispirato a 136 matrimoni della mia infanzia, storie di esaltazione tra i Sufi del XIII secolo, racconti del Medio Oriente e trance rurali di Jean Giono.
LO SPETTACOLO, UNA FESTA!
È un matrimonio senza sposi. Un gruppo di 4 musicisti inizia suonando acusticamente tra il pubblico nell’atrio del teatro. Si mangia e si beve come se fossimo ad un matrimonio con tutti gli invitati. Qui tutti si conoscono, tutti si salutano. All’improvviso le luci si spengono e il pubblico diventa la comunità. Trasportati dalla figura della donna con il tamburo, i musicisti e gli attori ci invitano a tuffarci nella trance orientale. Raccontano dell’estasi tra i mistici sufi del XIII secolo, raccontano della passione tra Oum Kalthoum e di desideri soffocati. La donna mescola le lingue (turco, rom, francese, arabo libanese) ed evoca le altre dive del Medio Oriente (Zeki Müren, Sezen Aksu, Asmahan). Nel bel mezzo della festa, sudato di trance, il derviscio sufi Rumi grida: C’è una voce che non usa parole, ascolta! (Hatice Özer)
CREDITI
Scrittura e Regia Hatice Özer / con i testi di Yunus Emre, Djalāl Ad-Dīn Rûmî, Morsi Djamil Aziz / Direzione Musicale Antonin Tri Hoang / con le composizioni di Erik Satie, Neset Ertas, Sezen Aksu / Esecutori̇ Hatice Özer / Performance, Canto, Tamburo Antonin Tri Hoang / Arrangiamento, Composizione, Tastiere, Sassofono, Clarinetto, Zurna Matteo Bortone / Contrabbasso, Voce Benjamin Colin / Percussioni, Voce, Esecuzione, Regia Suono Luca Magnat / Produzione Compagnie la neige la nuit / Produzione esecutiva Cdn Normandie-Rouen / Con il supporto di La hutte – Festival Remue / in collaborazione con La vie brève – théâtre de l’aquarium / Ringraziamenti a Semsi Özer, Malik Köfteci, Louise Guillaume, Anis Mustapha e Hiresh Kheir / Attore/interprete Jules Beneveniste / Danzatrici LICEO ARTISTICO MUSICALE COREUTICO “MISTICONI BELLISARIO” Pescara: Sofia Cossalter, Gaia Del Prete, Melissa Ciani
Hatice Özer dopo aver studiato alle Belle Arti di Tolosa, si è formata nelle arti dello spettacolo al Conservatorio di Tolosa e nei laboratori di I atto del Théâtre National de Strasbourg. Ha iniziato a suonare negli spettacoli di Wajdi Mouawad al Théâtre de la Colline, poi in spettacoli di Julie Bérès, Julien Fisera, Jeanne Candel & Samuel Achache e Clara Hédouin. Ha creato la compagnia “la neige la nuit” nel 2020 e ha scritto e diretto il suo primo spettacolo Le chant du père al CDN di Rouen con suo padre, un musicista tradizionale turco. Nel 2022/2023 lavora con il collettivo 49701 all’adattamento del romanzo Que ma joie stay di Jean Giono che è recita al Festival di Avignone. Sta anche lavorando al libretto dello spettacolo musicale Quartier Général con i musicisti Donia Berriri e Yael Miller. Con il compositore Antonin Tri Hoang, iniziano a lavorare insieme allo spettacolo La Chute de la maison di Jeanne Candel e Samuel Achache al festival d’Automne 2018 dopo il quale continuano a collaborare stabilmente.
Evento realizzato con il supporto della Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea, in collaborazione con Teatro Marrucino di Chieti e con la partecipazione del Coro di Ateneo UdA InCanto con la sua nuova Presidente, prof. Elisabetta Dimauro dell’università Gabriele D’Annunzio di Chieti/Pescara.