Conversation Metabolite
di Antoine Bertin
Pareti Aperte
di Simon Rouby
Appartenenza
del Collettivo Contempostranea
ESPOSIZIONE COLLETTIVA
01 MAGGIO – 12 MAGGIO
Zooart, Ortona (CH)
INAUGURAZIONE 1 MAGGIO ORE 18
INGRESSO GRATUITO
01 MAGGIO – 12 MAGGIO
Zooart, Ortona (CH)
INAUGURAZIONE 1 MAGGIO ORE 18
INGRESSO GRATUITO
ORARI D’APERTURA
LUN – DOM 09.00 – 17.00
ORARI D’APERTURA
LUN – DOM 09.00 – 17.00
Pareti Aperte
Conversation Metabolite
Per non restare al di fuori delle cose, in uno spirito deleuziano che non oppone profondità e superficie, Artinvita propone a ZooArt, spazio particolare per le sue gabbie diventate spazi espositivi, l’expo condivisa Superfici, profondità ristrette composta da tre installazioni che tentano di confondere il territorio con il proprio confine. Tre artisti che mettono in discussione le nozioni di schermo, apparenza e significato nelle loro pratiche mettendo in gioco insieme profondità e superficie. Questi dispositivi sovversivi, queste superficialità, sono come miraggi che sconvolgono le nostre certezze per considerare nuove possibilità. Ogni artista avrà a disposizione uno spazio espositivo, una “gabbia” nella quale dare vita alla propria installazione. Due artisti sono già selezionati in partenza e la triade viene completata con il progetto vincitore della call for artists Zona Critica, lanciata per la prima volta, selezionato tenendo conto della sua capacità di abbracciare e colmare il discorso intrapreso dai due progetti già presenti. Ogni installazione è come un’esperienza, più che una semplice presentazione di oggetti. Tutte portano in primo piano un rapporto fisico, concreto, materico tra il pubblico, le opere e il luogo, e sono concepite come un paesaggio che attraversiamo, al confine tra interno ed esterno.
Questa proposta di Simon Rouby si colloca in continuità con la sua ricerca sulla nozione di underground, sommerso, attorno a un’installazione video che prosegue le sue Apparizioni, una serie di installazioni, concepite come omaggio a una delle illusioni primarie del mezzo cinematografico: quella di essere fisicamente in presenza dei personaggi di un film grazie solo alla luce. Portando il cinema fuori dalla sala e spostando il dispositivo di proiezione nel luogo reale delle riprese, lo spettatore è invitato a rivivere la magia primaria del mezzo, molto vicina alla fantasmagoria, che fa “parlare i muri”. Qui, la conformazione dello spazio, che si presenta come un accesso a un tunnel, consentirà un gioco di spazio e profondità. Si tratterà anche di interrogarsi sul ruolo dello schermo nel cinema, sia come ricettacolo di un’opera cinematografica, ma anche come foglio bianco e potenziale supporto per un intervento plastico. Lo schermo ostruirà tutto mostrando ciò che viene nascosto alla vista. Darà la chiave chiudendo la porta. Collegherà diverse temporalità, rendendoci testimoni di un’azione passata che riemerge costantemente nel presente.
Conversation Metabolite è un’installazione meditativa che consente agli ascoltatori di sperimentare il linguaggio del microbioma oceanico. L’opera consiste in un dispositivo esperienziale dedicato al plancton vegetale il cui scopo è quello di scolpire i legami ecologici tra gli esseri umani e gli esseri che non siamo in grado di percepire solo attraverso i sensi. Gli esseri marini fotosintetici sono i primi abitanti del nostro pianeta. Raccogliendo l’energia del sole hanno permesso alla vita sulla Terra di emergere. Oggi sostengono tutte le forme di vita producendo il 60% dell’ossigeno che respiriamo (più delle foreste terrestri). Invisibili a occhio nudo, questi microrganismi sono l’essenza della nostra esistenza. La scienza ha dimostrato sperimentalmente che queste minuscole creature hanno voci: le microalghe inviano e ricevono costantemente composti chimici chiamati metaboliti. I biochimici sono stati in grado di misurare la presenza e le variazioni di circa 1700 di queste parole chimiche all’interno delle fioriture di fitoplancton in tutto il mondo. Con l’evolversi della crisi climatica, la voce del microbioma non può rimanere inascoltata. Come potrebbero allora essere ascoltate queste voci non umane?
Il progetto è una tappa di un più ampio intervento artistico/performativo sul quale il collettivo Contempostranea lavora ormai da un paio di anni e ruota attorno all’utilizzo di un grande tessuto in cotone e nylon. In giro per l’Italia il telo ha subito diverse modifiche a seconda degli spazi espositivi e degli ambienti naturali che lo hanno accolto, ed anche in base al linguaggio che altri artisti e persone comuni hanno deciso di sperimentare su di esso. Il prodotto, quindi, porta con sé un vissuto ed è impregnato delle tracce che gli esseri umani e gli organismi presenti in Natura hanno depositato sulla sua superficie. Dopo aver attraversato parte del territorio Italiano, da Casalincontrada (CH) ad Appiano Gentile (CO), da Ponzano Romano (RM) a Brecciarola (CH) fino a Serramonacesca (PE), è giunto a Pescara (PE) nella forma rinnovata di un grande abito ricavato dall’aggiunta di quattro maglie generiche colorate e giunge ora al Festival Artinvita nello spazio espositivo ZooArt dove continuerà la sua esistenza eterea.
Simon Rouby Proveniente dal cinema d’animazione, esplora da diversi anni territori visivi inesplorati aperti dalle nuove tecnologie. Pioniere nell’uso della scansione 3D nel cinema per integrare le sculture nel suo primo lungometraggio Adama. È stato grazie al contatto con i geologi del Geosciences Institute (GFZ) di Potsdam che ha adattato le sue tecniche di scansione tridimensionale alla scala del paesaggio. Himalaya, Arcipelago sub-antartico delle Kerguelen, Isola di Reunion, Nigeria, Giappone. Dal 2016 accumula dati digitali che poi condivide sotto forma di installazioni video. L’insieme forma un puzzle ricostituito dallo spettatore, dove frammenti di paesaggi si spostano come iceberg, creando con le loro successive collisioni e sovrapposizioni un mondo composito in continua trasformazione.
Antoine Bertin è un artista europeo che lavora all’intersezione tra scienza e immersione sensoriale, registrazione sul campo e narrazione sonora, dati e composizione musicale. Le sue creazioni prendono la forma di esperienze di ascolto, momenti immersivi e meditazioni audio che esplorano le nostre relazioni con il mondo vivente. Il suo lavoro è stato presentato alla Tate Britain, Palais de Tokyo, Serpentine Gallery, KIKK festival, STRP festival, Sonar+D, CCCB Barcelona, Dutch Design Week, Nuit Blanche Paris, le 104, Centre Wallonie Bruxelles, Gaîté Lyrique. Produce uno spettacolo trimestrale chiamato Edge of the forest sulla radio NTS che intreccia registrazioni sul campo, sonificazioni di dati e meditazioni ispirate alla scienza.
Collettivo Contempostranea
Collettivo artistico fondato nel 2021 da Chiara Di Carlo (1997). Contempostranea – rassegna di opere d’arte visive in spazi suburbani, attualmente è formato dalle artiste Mara Albani (1997), Sabrina Iezzi (1971), Patricia Piccioni (1980), Angelica Reale (1996), Caterina Sablone (1997). Le loro opere prendono vita a ridosso di casali abbandonati, pensiline, vecchie stazioni ferroviarie o luoghi trascurati, che per un breve periodo di tempo si rendono testimoni di interazioni artistiche provvisorie. Queste porzioni di territorio, infatti, vengono riattivate come possibili Istituzioni museali sulle quali volersi affacciare per condividere insieme al pubblico le trasformazioni della società e dell’ambiente. La comunicazione che le artiste sviluppano con tali strutture architettoniche, contenitori impersonali o caratterizzanti come dal taglio cinematografico, avviene attraverso l’utilizzo di vari media, dagli Affiche alla Performance Art, Installazioni Sonore, Scultura e Fiber Art, veicolanti codici di lettura per l’Universo contemporaneo. Tra le mostre principali “ Al Pìan Space” Spazio Indipendente ad Appiano Gentile (CO) a cura di Marta Mariano, promosso da associazione Zona Blu di Milano (MI), “iMNpuro- sostare nell’insoluto” a cura di Collettivo 1I10 presso la Galleria Yag/Garage di Pescara (PE), INFLUMINE mostra ideata da Andrea Aquilanti, Graziano Menolascina e Sergio Pimpinelli presso l’Abbazia di Sant’Andrea in Flumine a Ponzano Romano (RM) e promossa da PRAC Centro per l’Arte Contemporanea. Nella cornice del paesaggio naturale abruzzese, ha recentemente collaborato con giovani artisti italiani come Davide Mariani ed Antonio Teora.
Realizzato contestualmente al progetto CINEMA EXPRESS con il supporto della Fondazione Nuovi Mecenati – Fondazione franco-italiana di sostegno alla creazione contemporanea in collaborazione ZooArt e il patrocinio del Comune di Ortona